Mon, 16 Jun 2025 08:53:13 GMT

Il misterioso viaggio dello sperma. L'enigma non risolto della scienza

AGI - Con ogni battito cardiaco, un uomo può produrre circa 1.000 spermatozoi e, durante un rapporto sessuale, più di 50 milioni di "intrepidi" nuotatori si mettono in viaggio per fecondare un ovulo. Solo pochi raggiungono la destinazione finale, prima che un singolo spermatozoo vinca la gara e penetri l'ovulo. Ma molto di questo viaggio epico, e degli stessi esploratori microscopici, resta un mistero per la scienza

Utilizzando metodi di nuova concezione, spiega la Bbc, gli scienziati stanno ora seguendo gli spermatozoi durante la loro migrazione, dalla genesi nei testicoli fino alla fecondazione dell'ovulo nel corpo femminile. I risultati stanno portando a nuove scoperte rivoluzionarie, dal modo in cui gli spermatozoi nuotano realmente ai cambiamenti sorprendentemente significativi che subiscono quando raggiungono il corpo femminile.

Una cellula che si comporta in modo unico

"Gli spermatozoi sono 'molto, molto diversi' da tutte le altre cellule sulla Terra", afferma Martins da Silva, docente presso l'Università di Dundee, nel Regno Unito. "Non gestiscono l'energia allo stesso modo. Non hanno lo stesso tipo di metabolismo cellulare e gli stessi meccanismi che ci aspetteremmo di trovare in tutte le altre cellule."

A causa dell'ampia gamma di funzioni richieste agli spermatozoi, questi ultimi richiedono più energia rispetto ad altre cellule. Inoltre, gli spermatozoi devono essere flessibili, in grado di rispondere agli stimoli ambientali e alle diverse richieste energetiche durante l'eiaculazione e il percorso lungo le vie urinarie, fino alla fecondazione.  

Gli spermatozoi sono anche le uniche cellule umane in grado di sopravvivere al di fuori del corpo, aggiunge Martins da Silva. "Per questo motivo, sono straordinariamente specializzati". Tuttavia, a causa delle loro dimensioni, queste minuscole cellule sono molto difficili da studiare, afferma. "Sappiamo molto sulla riproduzione, ma c'è un'enorme quantità di cose che non comprendiamo".

Il primo studio nel 1677

La scienza dello sperma ebbe inizio nel 1677, quando il microbiologo olandese Antoni van Leeuwenhoek osservò uno dei suoi 500 microscopi artigianali e vide quelli che chiamò "animali seminali ". Nel 1683, concluse che non era l'ovulo a contenere l'essere umano in miniatura e intero, come si credeva in precedenza, ma che l'uomo deriva" da un seme maschile ". Nel 1685, aveva concluso che ogni spermatozoo contiene un'intera persona in miniatura, completa di una propria "anima vivente".

Quasi 200 anni dopo, nel 1869, Johannes Friedrich Miescher, medico e biologo svizzero, stava studiando i globuli bianchi umani raccolti dal pus rimasto su bende ospedaliere sporche quando scoprì quella che chiamò "nucleina" all'interno dei nuclei. Il termine "nucleina" fu poi cambiato in "acido nucleico" e infine divenne "DNA". 

Con l'obiettivo di approfondire i suoi studi sul DNA, Miescher si rivolse allo sperma come fonte. Lo sperma di salmone, in particolare, era "un'eccellente e più piacevole fonte di materiale nucleare" grazie ai suoi nuclei particolarmente grandi. Lavorò a temperature gelide, tenendo aperte le finestre del laboratorio, per evitare il deterioramento dello sperma di salmone. Nel 1874, identificò un componente fondamentale dello spermatozoo che chiamò "protamina". Fu la prima assaggio delle proteine ??che compongono gli spermatozoi. Ci vollero altri 150 anni, tuttavia, perché gli scienziati identificassero il contenuto proteico completo dello spermatozoo.

Gli spermatozoi iniziano a formarsi a partire dalla pubertà , nei vasi presenti nei testicoli, chiamati tubuli seminiferi. "Se si osserva l'interno dei testicoli, dove vengono prodotti gli spermatozoi, si scopre che all'inizio sono solo cellule rotonde, praticamente identiche a qualsiasi altra", afferma Watkins. "Poi subiscono questo cambiamento radicale, trasformandosi in una testa con una coda. Nessun'altra cellula del corpo cambia la sua struttura, la sua forma, in un modo così unico."

Gli spermatozoi impiegano circa nove settimane per raggiungere la maturità all'interno del corpo maschile. Gli spermatozoi non eiaculati alla fine muoiono e vengono riassorbiti dall'organismo. Dopo l'eiaculazione, ciascuna di queste minuscole cellule deve spingersi in avanti (insieme ai suoi 50 milioni di concorrenti) usando le proprie appendici a forma di coda per nuotare verso l'ovulo. E anche se potreste aver visto moltissimi video di spermatozoi simili a girini che nuotano in giro, in realtà gli scienziati stanno solo iniziando a capire come nuotano davvero gli spermatozoi.

Gli spermatozoi sono in movimento. Attraversano la cervice, entrano nell'utero e risalgono gli ovidotti – i tubi attraverso cui gli ovuli percorrono il loro percorso per raggiungere l'utero, noti come tube di Falloppio nelle donne umane – alla ricerca dell'ovulo. Ma qui ci imbattiamo in un'altra lacuna nella conoscenza, perché gli scienziati non comprendono appieno come gli spermatozoi riescano effettivamente a raggiungere l'ovulo.

Gli spermatozoi sani che seguono la strada giusta sono rari. Molti prendono la strada sbagliata nel labirinto del corpo femminile e non si avvicinano nemmeno alla meta. Per quelli che riescono a raggiungere le tube di Falloppio, gli scienziati pensano che possano essere guidati da segnali chimici emessi dall'ovulo. Una teoria recente è che gli spermatozoi possano usare i recettori del gusto per "sentire" il sapore del cibo mentre raggiungono l'ovulo.

Una volta che lo spermatozoo trova l'ovulo, la sfida non è finita. L'ovulo è circondato da una triplice armatura: la corona radiata, una serie di cellule; la zona pellucida, un cuscinetto gelatinoso fatto di proteine; e infine la membrana plasmatica dell'ovulo. Gli spermatozoi devono farsi strada attraverso tutti gli strati, usando sostanze chimiche contenute nel loro acrosoma, una struttura a forma di cappuccio sulla testa di uno spermatozoo contenente enzimi che digeriscono il rivestimento dell'ovulo. Tuttavia, ciò che provoca il rilascio di questi enzimi rimane un mistero.

Successivamente, gli spermatozoi usano una punta sulla loro "testa" per cercare di penetrare nell'ovulo, agitando la coda per spingersi in avanti. Infine, se uno spermatozoo entra in contatto con la membrana dell'ovulo, viene inglobato e può completare la fecondazione.

Una volta che uno spermatozoo è entrato in contatto con l'ovulo, quest'ultimo mette rapidamente in atto due meccanismi. In primo luogo, la sua membrana plasmatica si depolarizza rapidamente, creando una barriera elettrica che altri spermatozoi non possono attraversare. Tuttavia, questo fenomeno dura solo per un breve periodo, prima di tornare alla normalità . È qui che entra in gioco la reazione corticale. Un improvviso rilascio di calcio provoca l' indurimento della zona pellucida, il "rivestimento extracellulare" dell'ovulo, creando una barriera impenetrabile.

Quindi, di milioni di spermatozoi che intraprendono il viaggio, solo uno riesce a svolgere il suo compito. L'epico viaggio dello spermatozoo culmina nella sua fusione con l'ovulo. Oggi, i ricercatori stanno ancora cercando di scoprire l'identità e il ruolo delle proteine ??di superficie cellulare che potrebbero essere responsabili del riconoscimento, del legame e della fusione tra spermatozoo e ovulo. Negli ultimi anni, diverse proteine ??sono state identificate – sebbene in topi e pesci – come cruciali per questo processo, ma molte delle molecole coinvolte rimangono sconosciute. Quindi, per ora, il modo in cui lo spermatozoo e l'ovulo si riconoscono e come si fondono sono altri misteri rimasti irrisolti.



Fri, 13 Jun 2025 01:12:00 GMT

Privacy a rischio con le app del ciclo mestruale, ecco perchè

AGI - Le app di monitoraggio del ciclo mestruale, sempre più diffuse tra le donne di tutto il mondo, comportano rischi per la privacy e la sicurezza delle utenti. Lo rivela uno studio dell'Università di Cambridge, pubblicato dal Minderoo Centre for Technology and Democracy.

Una miniera d'oro per la profilazione

La ricerca sostiene che queste app rappresentano una vera e propria “miniera d'oro” per la profilazione commerciale, mettendo a rischio la sicurezza delle donne. Secondo il rapporto, le app per il monitoraggio del ciclo mestruale raccolgono una quantità impressionante di dati personali: abitudini di esercizio fisico, dieta, farmaci assunti, preferenze sessuali, livelli ormonali e uso di contraccettivi.

Valore economico dei dati e conseguenze

Queste informazioni, estremamente sensibili, sono spesso sottovalutate dagli utenti, che non sono pienamente consapevoli del loro valore economico e del rischio che possano essere vendute a terzi, come inserzionisti e broker di dati. Gli autori avvertono che, se questi dati finissero nelle mani sbagliate, potrebbero verificarsi gravi conseguenze: discriminazione sul lavoro, limitazioni nell'accesso all'assicurazione sanitaria, cyberstalking, e persino restrizioni nell'accesso all'aborto.

Dati sulla gravidanza: i più ambiti

In particolare, i dati relativi alla gravidanza sono considerati oltre duecento volte più preziosi rispetto a quelli su età , sesso o posizione geografica, rendendoli bersagli privilegiati per la pubblicità mirata.

Un mercato in rapida crescita

Il settore della “femtech” , che include prodotti digitali per la salute e il benessere femminile, è in rapida espansione e si stima raggiungerà un valore di oltre 60 miliardi di dollari entro il 2027, con le app di monitoraggio del ciclo che rappresentano la metà di questo mercato. Solo le tre app più popolari hanno registrato un quarto di miliardo di download globali nel 2024.

Tutele legali e lacune normative

Nonostante ciò , la regolamentazione è ancora insufficiente. Nel Regno Unito e nell'Unione Europea, i dati sui cicli mestruali sono considerati “categoria speciale” e godono di tutele legali, ma il rapporto denuncia come le app possano comunque essere utilizzate per addebitare costi alle donne che accedono illegalmente ai servizi di aborto. Negli Stati Uniti, invece, tali dati non godono di protezioni specifiche e sono stati già utilizzati per ostacolare l'accesso all'aborto.

Le soluzioni proposte dallo studio

Il rapporto propone una serie di soluzioni per proteggere le utenti, come:

  • Sviluppo di app pubbliche, suggerendo che il Servizio Sanitario Nazionale (NHS) del Regno Unito sviluppi una propria app trasparente e affidabile, simile a quella già offerta da Planned Parenthood negli Stati Uniti, per garantire il controllo pubblico sui dati e un uso etico degli stessi per la ricerca medica;
  • Consenso informato, con le app che dovrebbero offrire opzioni di consenso chiare e granulari, evitando la raccolta di dati “tutto o niente” ;
  • Pulsanti di eliminazione, secondo cui dovrebbero essere implementate funzioni che consentano agli utenti di cancellare facilmente i propri dati sia dall'app che dai server aziendali;
  • Educazione digitale, con le scuole che dovrebbero includere nei programmi l'alfabetizzazione digitale e la gestione dei dati sanitari, per rendere i giovani più consapevoli e meno vulnerabili.

Un appello per la trasparenza

Lo studio sottolinea che la mercificazione dei dati raccolti dalle app di monitoraggio del ciclo mestruale rappresenta una minaccia reale per la privacy e la sicurezza delle donne. Gli autori invitano a una maggiore regolamentazione e trasparenza, nonché allo sviluppo di alternative pubbliche che mettano al centro la salute e i diritti delle utenti.

“Le donne meritano di meglio che vedere i propri dati trattati come semplici dati di consumo. Il futuro può e deve essere diverso” , ha sottolineato Gina Neff, del Minderoo Centre for Technology and Democracy dell'Università di Cambridge.



Thu, 12 Jun 2025 12:52:57 GMT

Under 30 sempre più 'acciaccati' spingono la domanda di fisioterapisti e osteopati

AGI – Avere il mal di schiena è 'da giovani'. Sono gli under 30, infatti, che spingono la domanda per osteopati e fisioterapisti. Non sono più solo gli atleti o le fasce più mature della popolazione a rivolgersi a questo tipo di professionista, ma anche un'ondata crescente di ragazzi, sempre più consapevoli dell'importanza di investire nella cura del proprio corpo. A evidenziarlo sono i dati raccolti da ProntoPro, il marketplace di riferimento per i servizi professionali che mette in contatto domanda e offerta, secondo i quali è proprio la fascia tra i 19 e i 30 anni a guidare l'incremento nelle richieste di trattamenti osteopatici, registrando un +57% rispetto allo scorso anno. Un trend simile si osserva anche per quanto riguarda i fisioterapisti, con un aumento del 25% nelle richieste da parte dei pazienti under 25, e i personal trainer, che registrano una domanda crescente da parte delle nuove generazioni. Per questi ultimi, nel 2025, la fascia tra i 23 e i 30 anni rappresenta la quota più alta di utenti (31%), ma sono gli adolescenti e i giovani adulti tra i 18 e i 22 anni a mostrare il balzo più marcato rispetto al 2024: +28%.

Tutti gli ‘acciacchi'

Nella fascia under 25, i disturbi più frequenti riguardano la schiena (36%), seguita da collo e spalle (32%) e da gambe e ginocchia (29%), problematiche che spesso derivano da cattive posture, sedentarietà o attività sportiva intensa e non sempre ben calibrata. In linea con questi dati, anche le motivazioni più dichiarate dai giovani che si rivolgono a un fisioterapista, che confermano la prevalenza della visita diagnostica (29%) e della riabilitazione post-traumatica (20%), spesso legata a infortuni sportivi o a microtraumi ripetuti.

Diversa è la situazione per chi ha superato i 60 anni: in questo caso, il dolore o le difficoltà di movimento interessano soprattutto gambe e ginocchia (38%) e, in misura minore, la schiena (24%). Qui le richieste si concentrano principalmente sulla riabilitazione post-operatoria, che rappresenta il 27% delle motivazioni.
Nel mezzo, le altre fasce si rivolgono ai fisioterapisti in particolare per problematiche legate a schiena e collo, aree tipicamente coinvolte in tensioni muscolari da stress o stili di vita sedentari, e per la riabilitazione traumatica.

Le cause

Le ragioni che spingono a rivolgersi ai professionisti del benessere fisico restano trasversali. Secondo i dati raccolti, le richieste rivolte ai fisioterapisti riguardano soprattutto percorsi di riabilitazione post-traumatica, che nel 2025 rappresentano il 27% del totale, con un incremento del 19% rispetto all'anno precedente; seguono le visite di tipo diagnostico, scelte dal 20,5% degli utenti, spesso come primo passo per inquadrare dolori persistenti o limitazioni funzionali. Per quanto riguarda le aree del corpo più frequentemente trattate, la schiena si conferma al primo posto (31%), seguita a breve distanza da collo e spalle (28%) e da gambe e ginocchia (27%), zone spesso sollecitate da posture scorrette o attività fisica intensa o svolta in maniera inadeguata. Da segnalare anche un aumento del 21% nelle richieste legate a dolori o disturbi localizzati in corrispondenza delle anche e della zona addome-bacino, spesso correlati a uno stile di vita sedentario o all'avanzare dell'età .

Chi si rivolge a un osteopata lo fa principalmente per contrastare dolori muscoloscheletrici ricorrenti, a partire dal mal di schiena, che rappresenta la prima causa di consulto (28%), seguito da problemi alla cervicale (21%) e da dolori muscolari diffusi (15%).

Dal personal trainer per la linea

Diversa, invece, ma altrettanto significativa, la fotografia che emerge dal mondo dei personal trainer. I principali obiettivi indicati da chi si affida a questa figura riguardano la perdita di peso (34%), il mantenimento della forma fisica e la tonificazione (29,5%) e l'aumento della massa muscolare (22%). Accanto a queste finalità tradizionali, si osserva però una crescita del 13% nelle richieste di programmi mirati al miglioramento della postura, segno che anche l'allenamento viene sempre più percepito come un alleato nella prevenzione di disturbi muscolo-scheletrici.



Tue, 10 Jun 2025 01:32:00 GMT

Meno rischi di carie nei bambini con i trattamenti Art e Sdf 

AGI - I trattamenti topici scolastici applicati alla carie dei bambini possono impedirne la progressione della problematica per diversi anni nella maggior parte dei casi. Lo evidenzia uno studio, pubblicato sul Journal of American Medical Association Network Open, condotto dagli scienziati del New York University College of Dentistry.

Lo studio e i partecipanti

Il team, guidato da Ryan Richard Ruff, ha considerato i dati relativi a oltre 1.600 bambini dai 5 ai 13 anni con carie su uno o più denti. I ricercatori hanno curato oltre 10 mila carie negli studenti delle scuole elementari di New York. Gli autori hanno scoperto che i restauri atraumatici (ART) e il fluoruro di diammina d'argento (SDF) impedivano il peggioramento della maggior parte delle carie dentali, supportando l'uso di approcci non chirurgici per la gestione di queste problematiche.

L'impatto sulla scuola e la prevenzione

Secondo le stime, riportano gli esperti, i bambini perdono in media 34 milioni di ore di scuola ogni anno a causa delle cure odontoiatriche d'urgenza. Portare programmi di prevenzione delle carie negli ambienti scolastici potrebbe migliorare la salute orale dei bambini e prevenire molti problemi che richiedono interventi d'emergenza.

Tecniche utilizzate nei programmi scolastici

Nei programmi odontoiatrici scolastici, gli operatori sanitari utilizzano spesso sigillanti, dei sottili rivestimenti protettivi applicati sulla superficie dei denti posteriori. I restauri atraumatici (ART) possono essere utilizzati per arrestare la progressione della carie. Anche l'SDF si è classificato come uno strumento promettente per la prevenzione della problematica. Originariamente approvato per il trattamento della sensibilità dentale, questo prodotto viene applicato sui denti con uno spazzolino antibatterico.

Lo studio clinico Caried Away

Per confrontare l'uso di SDF e ART, i ricercatori hanno condotto un ampio studio clinico nelle scuole elementari di New York City nell'ambito del programma di prevenzione delle carie Caried Away.

Risultati del trattamento a lungo termine

Durante le visite scolastiche semestrali, gli operatori sanitari esaminavano i denti dei bambini e applicavano sulle carie ART o SDF, seguiti da vernice al fluoro. I risultati, riportano gli studiosi, evidenziano che un singolo trattamento con uno dei due prodotti impediva circa il 50% dei peggioramenti nell'arco di due anni. Gli studenti sono stati seguiti per un massimo di quattro anni per monitorare il decorso delle carie.

Conclusioni dello studio

"Questo lavoro – conclude Tamarinda J. Barry Godín, altra firma dell'articolo – è la nostra analisi più solida di queste diverse tecniche di prevenzione della carie, poiché ci siamo concentrati sulla carie su ogni superficie del dente e l'abbiamo misurata fino a quattro anni. Offrire ART o SDF nelle scuole può ridurre la necessità di trattamenti odontoiatrici più invasivi e migliorare l'accesso alle cure preventive".

 



Wed, 04 Jun 2025 13:22:10 GMT

Intelligenza artificiale e neuroscienze si incontrano a Ponza

AGI - Dal 5 al 7 giugno, nella suggestiva cornice dell'isola di Ponza, torna uno degli appuntamenti più attesi nel panorama medico-scientifico italiano: la XV edizione degli Incontri clinico-radiologici di neuroscienze “Michela Bonamini” , presso il Grand Hotel Santa Domitilla.

L'evento, patrocinato dall'IRCCS San Raffaele, dall'AINR (Associazione Italiana di Neuroradiologia Diagnostica e Interventistica) e dalla SIRM (Società Italiana di Radiologia Medica e Interventistica), si conferma un punto di riferimento per neuroradiologi, neurologi, neurochirurghi e radiologi provenienti dalle più importanti istituzioni universitarie e ospedaliere italiane.

Temi scientifici al centro dell'edizione 2025

Al centro dell'edizione 2025, l'approfondimento scientifico su tematiche di frontiera come:

  • lo studio della sostanza grigia,
  • i disturbi della migrazione neuronale,
  • le alterazioni della girazione cerebrale,

aree cruciali nella comprensione delle patologie neurologiche congenite e acquisite, insieme a un focus sull'invecchiamento di successo.

“Per migrazione neuronale” , spiega Alberto Pierallini, Direttore dell'Unità di Diagnostica per Immagini dell'IRCCS San Raffaele, “si intende il processo con cui, durante la vita fetale, i neuroni si spostano dalla loro sede di origine fino al punto esatto in cui formeranno le diverse aree cerebrali.

Se questo “viaggio” neuronale non avviene correttamente, possono insorgere malformazioni cerebrali che portano a epilessia, ritardi cognitivi o altre patologie neurologiche.

La girazione cerebrale è la fase successiva, in cui il cervello sviluppa le tipiche pieghe (le cosiddette circonvoluzioni) che ne aumentano la superficie e la capacità di elaborazione. Alterazioni in questo processo possono compromettere funzioni cognitive come linguaggio, memoria e coordinazione.”

Il contributo dell'IRCCS San Raffaele

Il contributo all'evento di diversi specialisti del Gruppo San Raffaele sarà , anche quest'anno, di assoluto rilievo. Clinici, neuroradiologi e ricercatori dell'Istituto porteranno in aula l'esperienza maturata nei reparti e nei laboratori dell'IRCCS, con interventi focalizzati su:

  • l'integrazione tra imaging avanzato e pratica clinica nella diagnosi precoce di disturbi dello sviluppo cerebrale;
  • l'uso dell'intelligenza artificiale e della radiomica nella classificazione delle malformazioni corticali;
  • i più recenti protocolli di follow-up e trattamento multidisciplinare in pazienti pediatrici e adulti.

Tra i relatori attesi: Piero Barbanti, Matteo Russo e Federico Vigevano.

Un format scientifico e dinamico

Nel corso delle tre giornate, il congresso offrirà dibattiti clinico-radiologici, casi interattivi, letture magistrali e workshop, con l'obiettivo di favorire uno scambio continuo tra discipline e generazioni di specialisti.

Un format che unisce rigore scientifico, aggiornamento professionale e confronto dinamico, nella cornice intima e ispirante dell'isola pontina.

Il ricordo di Michela Bonamini

Intitolato alla memoria di Michela Bonamini, brillante neuroradiologa scomparsa prematuramente, l



Wed, 04 Jun 2025 09:34:19 GMT

Nuovo farmaco blocca l'ormone dello stress alleato del tumore all'ovaio

AGI - Per la prima volta dopo anni di ricerca, uno studio clinico mostra un miglioramento nella sopravvivenza globale al tumore dell'ovaio platino-resistente: si tratta del trial di fase III ROSELLA, i cui dati sono stati pubblicati su Lancet e presentati congiuntamente al convegno dell'American Society for Clinical Oncology (ASCO). 

I risultati dimostrano una migliore efficacia della chemioterapia quando combinata con una molecola sperimentale (chiamata relacorilant) che agisce bloccando l'effetto pro-tumorale del cortisolo. Questo ormone, noto per il suo ruolo nelle reazioni di stress, è infatti capace di rendere le cellule del tumore più resistenti alla chemioterapia.

La nuova combinazione terapeutica ha portato a un notevole miglioramento sia nella sopravvivenza libera da progressione che nella sopravvivenza globale, con un aumento di quest'ultima di quasi il 40%. Inoltre, il profilo di sicurezza è comparabile al trattamento con la sola chemioterapia.

 Il trial clinico è stato condotto su scala internazionale, coinvolgendo 117 centri distribuiti in 14 paesi. In Europa è stato coordinato da Domenica Lorusso – oggi responsabile della Ginecologica Oncologica di Humanitas San Pio X e professoressa ordinaria di Humanitas University – mentre era Responsabile UOC Programmazione Ricerca Clinica della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS a Roma. 

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Wed, 04 Jun 2025 01:25:00 GMT

Rischio cardiaco, ecco quanto incide la qualità degli alimenti 

AGI - La qualità degli alimenti consumati è un fattore cruciale per la salute cardiaca, tanto quanto la quantità di carboidrati o grassi assunti. Lo rivela uno studio condotto da Zhiyuan Wu, ricercatore post-dottorato nel laboratorio di Qi Sun, presso la Harvard T.H. Chan School of Public Health, pubblicato in occasione del congresso 'Nutrition 2025' dell'American Society for Nutrition.

Lo studio su 200 mila persone e i risultati

La ricerca ha analizzato le abitudini alimentari e la salute cardiaca di quasi 200mila partecipanti seguiti per diversi decenni. Lo studio ha coinvolto 43.430 uomini e oltre 150mila donne provenienti da tre grandi coorti: Health Professionals Follow-Up Study, Nurses' Health Study e Nurses' Health Study II. Attraverso questionari dettagliati, i ricercatori hanno valutato la qualità delle diete a basso contenuto di carboidrati e grassi, distinguendo tra versioni salutari, ricche di alimenti vegetali integrali come cereali integrali, frutta, verdura, noci e legumi, e versioni non salutari, caratterizzate da cereali raffinati, zuccheri aggiunti, grassi saturi e proteine animali.

Benefici delle diete salutari e conferme biologiche

Le diete salutari a basso contenuto di carboidrati o grassi sono state associate a una riduzione di circa il 15% del rischio di malattie coronariche, mentre le diete non salutari hanno mostrato un aumento del rischio. Inoltre, per un sottogruppo di oltre 10mila partecipanti, la misurazione di metaboliti nel sangue ha confermato che una dieta di alta qualità migliora la regolazione metabolica, rafforzando le evidenze biologiche a supporto dei risultati epidemiologici.

Le raccomandazioni dei ricercatori

Secondo Wu, indipendentemente dal tipo di dieta, se a basso contenuto di carboidrati o grassi, privilegiare alimenti minimamente trasformati, di origine vegetale e ricchi di nutrienti, limitando cereali raffinati, zucchero e prodotti animali, è fondamentale per ridurre il rischio di malattie cardiache. I ricercatori suggeriscono di aumentare il consumo di cereali integrali, frutta, verdura, noci e legumi, e di ridurre carni lavorate, carboidrati raffinati e cibi zuccherati, prestando attenzione anche agli ingredienti aggiunti nei prodotti trasformati.



Tue, 03 Jun 2025 09:38:02 GMT

Nuovo farmaco contro il tumore ai polmoni. Riduce del 40% il rischio di morte

AGI - Per la prima volta, un nuovo farmaco immunoterapico è stato in grado di aumentare la sopravvivenza globale dei pazienti con tumore del polmone a piccole cellule, noto per la sua estrema aggressività . Il farmaco "bispecifico" tarlatamab di Amgen ha infatti dimezzato il rischio di morte dei pazienti del 40%, aumentando la sopravvivenza globale dei pazienti da 8,3 a circa 14 mesi. Questi, in estrema sintesi, i risultati straordinari emersi dallo studio di Fase III DeLLphi-304, presentati ieri al Congresso annuale dell'American Society of Clinical Oncology (Asco), a Chicago, e pubblicati sul New England Journal of Medicine.

Lo studio DeLLphi-304 è uno studio globale, randomizzato, di Fase 3, in aperto, che ha valutato l'efficacia e la sicurezza di tarlatamab in pazienti con tumore al polmone a piccole cellule dopo progressione della malattia in seguito a una linea di chemioterapia a base di platino. Lo studio ha arruolato 509 pazienti randomizzati a ricevere tarlatamab o chemioterapia standard. La peculiarità di tarlatamab si deve alla tecnologia BiTE che consente al farmaco di avere una duplice azione: attiva le cellule T del sistema immunitario e la guida contro un bersaglio molto particolare, la proteina DLL3 espressa dalle cellule tumorali.

Questa tecnologia, con cui Amgen ha già trasformato il trattamento dei tumori del sangue come la leucemia linfoblastica acuta, viene ora per la prima volta applicato con successo anche nei tumori solidi. In particolare, nel tumore polmonare a piccole cellule, che rappresenta il 10-15% di tutti i tumori polmonari. Ogni anno nel mondo si registrano oltre 330mila nuove diagnosi di questo tumore, circa 6 mila in Italia. Sulla base degli incoraggianti risultati provenienti dalla sperimentazione clinica, tarlatamab ha già ricevuto un'approvazione accelerata da parte di Fda nel 2024. Nello stesso anno e' stata inoltre inclusa da Time tra le "invenzioni dell'anno". "Un risultato cosi' importante in termini di sopravvivenza mediana, parliamo di circa 14 mesi, e' qualcosa che nel carcinoma polmonare a piccole cellule non si era mai visto", spiega Federico Cappuzzo, direttore Uoc Oncologia Medica 2, Istituto Nazionale Tumori Irccs Regina Elena.

"In questo tumore, spesso, si contano le settimane, più che i mesi. Con tarlatamab per la prima volta abbiamo pazienti con tumore al polmone a piccole cellule 'lungosopravviventi', anche oltre i 3 anni dal trattamento. Questo trattamento - prosegue - rappresenta una sfida per tutta la comunità scientifica, che si trova oggi di fronte a un nuovo 'mondo' terapeutico, che richiede esperienza clinica, attenzione alla safety e a percorsi di gestione dedicati - conclude Cappuzzo -. Come già accaduto per i tumori del sangue, anche qui sarà centrale l'apprendimento sul campo per integrare al meglio l'uso di questi farmaci nella pratica clinica".

Charles Rudin, vicedirettore del Memorial Sloan Kettering Cancer Center, aggiunge: "I dati dello studio DeLLphi-304 segnano una svolta per i pazienti con recidiva di Sclc (tumore al polmone a piccole cellule, ndr). Tarlatamab è associato a miglioramenti significativi, anche in pazienti con malattia ricorrente o progressiva. Questo studio offre anche dati confermativi su come gestire le potenziali tossicità delle terapie bispecifiche, aspetto fondamentale per migliorare l'esperienza dei pazienti". 



Mon, 26 May 2025 01:21:00 GMT

Come mantenere tonici i muscoli anche in vacanza. I consigli del personal trainer dei vip

AGI - Per rimanere sani, tonici e definiti, i muscoli non dovrebbero mai andare in vacanza. Bastano infatti anche solo 2 settimane di assoluto riposo e di “sgarri” con la dieta per vanificare fino a 6 mesi di sforzi in palestra. Parola di Ione Acosta, il trainer di vip come l'attrice spagnola Laia Costa o il regista canadese Paul Haggis.

“In estate, complice il caldo e la voglia di relax, si fa più fatica a seguire e a mantenere una routine di allenamento” , spiega Acosta. “Se si cede alla tentazione di lasciarsi andare per poche settimane si rischia l'effetto del muscolo ‘floscio'. Colpa della miostatina, una proteina naturale che gioca un ruolo cruciale nel controllo della crescita muscolare. Essa funge da ‘freno' – continua – alla sintesi di nuove fibre muscolari, limitando così lo sviluppo della massa muscolare. Una delle sfide più grandi per chi cerca di aumentare la propria forza e dimensione muscolare è proprio quella di ridurre l'azione inibitoria della miostatina".

 

 

Il metodo Acosta: breve, intenso, efficace

Acosta ha sviluppato un programma di allenamenti altamente mirato, che si basa sulla durata ridotta degli allenamenti, abbinata a un'intensità estremamente alta. “Questo metodo, che prevede sessioni di allenamento brevi ma molto intense, si basa su un principio fondamentale della biologia muscolare: l'inibizione della miostatina” , spiega il trainer.

“Quando l'intensità dell'allenamento è alta, il corpo risponde con la produzione di ormoni e fattori di crescita che contrastano la miostatina e stimolano la sintesi muscolare” , aggiunge. L'allenamento ad alta intensità (HIIT) proposto da Acosta si basa su esercizi che sollecitano i muscoli in modo rapido e intenso, ma che non durano più di 20-30 minuti.

Questa combinazione di lavoro ad alta intensità e brevi periodi di recupero spinge il corpo a liberarsi della “miostatina limitante” e aumenta la produzione di ormoni favorevoli alla crescita muscolare, come il testosterone e l'ormone della crescita.

I benefici aggiuntivi dell'HIIT estivo

“Oltre a stimolare la crescita muscolare, l'allenamento ad alta intensità di Acosta ha numerosi altri benefici” , sottolinea Acosta. “Questi includono il miglioramento della resistenza cardiovascolare, il rafforzamento della forza muscolare generale e il miglioramento della composizione corporea.”

Inoltre, brevi sessioni di allenamento intenso sono state collegate anche a un miglioramento delle capacità metaboliche, favorendo un'ottimizzazione del consumo calorico anche dopo la fine dell'allenamento.

Gli errori da evitare in estate

Questo tipo di allenamento ha conquistato non solo i vip, ma chiunque desideri migliorare il proprio fisico senza dover passare ore in palestra. Ione Acosta ha dimostrato che, con il giusto approccio, è possibile ottenere miglioramenti tangibili e duraturi in breve tempo, eliminando la necessità di sessioni lunghe e tediose che in estate diventano difficili da seguire.

Oltre a interrompere la routine del proprio allenamento, in estate si tendono a fare altri 5 errori che rischiano di compromettere la vigorosità dei muscoli.

1. Dormire poco

“Se non si dorme a sufficienza di notte, il giorno dopo non si avrà l'energia necessaria per l'allenamento e non si raggiungerà il pieno potenziale” , spiega Acosta. “I muscoli rilasciano aminoacidi durante l'esercizio che vengono poi convertiti in proteine nel flusso sanguigno durante il sonno.”

Il riposo è fondamentale per permettere che il processo abbia luogo. Acosta raccomanda di evitare di fare frequentemente le “ore piccole” e consiglia di dormire dalle sette alle nove ore ogni notte.

2. Digiunare

Anche se saltare un pasto può sembrare innocuo o utile, per Acosta è essenziale mangiare prima dell'allenamento, meglio al mattino. “I carboidrati forniscono il carburante necessario, quindi opta per cibi come cereali integrali o toast integrali con frutta.” Tuttavia, è bene non eccedere con le porzioni per non appesantirsi.

3. Evitare le proteine

Le proteine sono essenziali, sia per aumentare la massa muscolare sia per perdere peso. “Non consumarne abbastanza può impedire di ottenere risultati” , sottolinea Acosta. “Le proteine supportano un metabolismo sano, riducendo l'appetito e aiutando a costruire muscoli.”

Per risultati ottimali, si consiglia di consumare circa un grammo di proteine per chilo di peso corporeo.

4. Non concedersi pause

È importante non stravolgere la routine, ma anche prendersi delle pause. “Il corpo ha bisogno di riposare” , spiega Acosta. “L'esercizio eccessivo porta all'esaurimento e riduce le prestazioni, oltre ad aumentare il rischio di infortuni.”

Tre giorni di riposo a settimana sono generalmente la quantità raccomandata.

5. Trascurare l'idratazione

Idratarsi è sempre importante, ma in estate lo è ancora di più . Per affrontare al meglio le sessioni, è necessario essere ben idratati. Consumare almeno 2 litri di acqua al giorno è una buona norma per evitare crolli di performance.

 



Sat, 24 May 2025 01:44:00 GMT

Test precoci della camminata riducono il rischio di cadute per gli anziani

AGI - Sottoporre le persone anziane a un test precoce mirato potrebbe ridurre il rischio di cadute pericolose. Lo evidenzia uno studio, pubblicato sul Journal of Experimental Biology, condotto dagli scienziati della Stanford University.

Lo studio e i ricercatori coinvolti

Il team, guidato da Jiaen Wu, Michael Raitor, Guan Tan, Kristan Staudenmayer, Scott Delp, Karen Liu e Steven Collins, ha coinvolto 10 volontari sani di età compresa tra 24 e 31 anni, che sono stati dotati di un'imbracatura attorno alla vita, fissata anteriormente, posteriormente e lateralmente a corde e marcatori. Il sistema, che comprendeva 11 telecamere, ha permesso di monitorare il movimento di varie parti del corpo durante una camminata su tapis roulant.

Il declino funzionale e il rischio di cadute

Con il passare del tempo, spiegano gli esperti, l'organismo perde alcune funzionalità , in termini di capacità visiva, forza e fluidità di movimento. Questi cambiamenti provocano una caduta all'anno in circa un terzo della popolazione con più di 65 anni, con conseguenze anche gravi. Tuttavia, le cadute possono essere prevenute, almeno in parte. "I piccoli deficit di equilibrio – afferma Wu – possono passare inosservati finché il paziente non cade effettivamente. Il nostro obiettivo era proprio quello di individuare precocemente questi piccoli cambiamenti".

I parametri analizzati durante la camminata

Nell'ambito del lavoro, i ricercatori hanno misurato vari aspetti della camminata dei partecipanti, come la prevedibilità del posizionamento del piede e lo spostamento laterale del baricentro. Ai volontari è stato poi chiesto di indossare tutori per la caviglia, una maschera per bloccare la vista e altri dispositivi per simulare i cambiamenti legati all'invecchiamento. In questa seconda sessione, la previsione dell'ampiezza di ogni passo sembrava molto più complicata.

Le misurazioni più predittive del rischio

Confrontando le valutazioni di ogni persona, non tutti i parametri si sono rivelati efficaci nel prevedere i problemi di equilibrio. Nello specifico, solo tre delle sei misurazioni effettuate prima delle difficoltà si sono dimostrate efficaci nel prevedere il rischio di caduta:

  • la differenza tra la larghezza di ogni passo,
  • la differenza tra la velocità di ogni passo,
  • la posizione dei piedi.

Il modo in cui i partecipanti recuperavano l'equilibrio dopo una trazione non sembrava influenzare la capacità di previsione del rischio di caduta.

L'importanza della valutazione individuale

Considerando la deambulazione di ogni individuo, i ricercatori hanno scoperto che la media del gruppo era meno efficace nell'anticipare i problemi di equilibrio rispetto all'analisi individuale prima e dopo l'insorgere della disabilità . "Normalmente – conclude Wu – i medici valutano la deambulazione di una persona solo quando inizia ad avere problemi di mobilità . Il nostro lavoro suggerisce che analizzare la camminata prima dell'età avanzata potrebbe fornire un segnale di allerta precoce per il rischio di cadute".